"Tra il 1969 e il 1971 sostanzialmente smise di dipingere."Dopo il tentato omicidio di Valerie Solanas, Andy Warhol continuò a dedicarsi con grande impegno al cinema con Paul Morissey e produsse Blue Movie, pellicola semi-pornografica pensata per fare soldi in modo rapido. Nel 1969 produsse una stagione di film gay hardcore in un cinema di Manhattan affittato allo scopo. Tra il 1969 e il 1971 sostanzialmente smise di dipingere. Disse infatti a Emile De Antonio: “Sono i critici i veri artisti; anche i mercanti sono i veri artisti. Non dipingerò più. La pittura è morta”. Nel 1969 fondò una rivista di cinema underground, Andy Warhol’s Interview e produsse Trash, il suo film di maggior successo commerciale. Nel 1970 fu inaugurata un’imponente retrospettiva dei suoi dipinti a Pasadena in California. Quindi la mostra si spostò a Chicago, Eindhoven, Parigi, Londra e New York. Tra il ’71 e il ’72 l’artista tornò alle arti visive creando più di 200 dipinti rappresentanti Mao. Capolavoro ironico, volto a glorificare con mezzi occidentali la figura storica che incarnava l’antitesi del modello americano. Warhol interpretò pienamente la sensibilità edonistica e il narcisismo sociale dei ricchi newyorkesi. Egli frequentava lo Studio 54, la discoteca del bel mondo; intratteneva rapporti stretti con le stelle della musica pop, come Mick Jagger; corteggiava la Casa Bianca e si intratteneva con re e dittatori come lo scia di Persia e il presidente Marcos delle Filippine. Il denaro entrava a fiumi nelle casse dell’artista, alimentando il suo dispendioso stile di vita mondano e internazionale. Cominciò così a dipingere su commissione una quantità industriale di ritratti di persone ricche e famose. Alla metà degli anni ’70 i ritratti gli garantivano un’entrata superiore al milione di dollari l’anno. Nel 1975 lavorò ad una serie di ritratti a stampa di Mick Jagger e alla serie Ladies and Gentlemen con stampe di travestiti, entrambi di scarso interesse artistico. Nel ’76 produsse Bad, il suo ultimo film. Le opere più importanti di quest’anno furono Hammer and Sickle e Skulls. Rappresentando la falce e il martello, Warhol ribadisce con ridondanza l’ironia politica sottesa alla rappresentazione del Presidente Mao. I teschi, invece, lo ricollegano alla lunga tradizione dell’arte occidentale del memento mori. Nel 1977 produsse la serie degli atleti; uno spudorato tentativo di fare rapidamente soldi dopo l’insuccesso del suo ultimo film. La serie comprendeva i ritratti di personaggi celebri dello sporto come Muhammad Ali, Pelé, Jack Nicklaus e Chris Evert. American Indian, altra opera del ’77, è invece il ritratto di Russel Means che negli anni ’70 si batteva per il riconoscimento dei diritti civili per gli Indiani d’America. Nel 1979 produsse un proprio programma televisivo via cavo, Andy Warhol’s TV, che, nonostante andasse in onda ogni settimana, da un punto di vista commerciale fu un fallimento. Pochi furono veramente interessati all’approccio narcisistico e di autocompiacimento che Warhol adottò nella sua relazione col mezzo televisivo. Gli anni ’80 iniziarono con una serie di quadri dal titolo Ten Portraits of Jews of the Twentieth Century, con Freud, Einstein, Gershwin, Martin Buber e i fratelli Marx; rappresentati nello stile delle copertine di dischi. Nel 1981 rappresentò coltelli e pistole per alludere all’esaltazione americana della violenza. Mentre i Myths specificavano l’importanza, nella società statunitense, di figure mitiche come Superman e lo Zio Sam. Il 1984 segnò un periodo di collaborazione con due astri nascenti della scena artistica newyorkese: Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat. I due artisti trovarono una loro dimensione creativa, rispettivamente nella rivisitazione postmoderna dell’immaginario infantile e del fenomeno del graffitismo. Le collaborazione con Warhol, però, non produssero che accozzaglie di produzioni, spesso prive di idee convincenti. Nel 1986 Warhol continuò a produrre immagini, anche se non più sostenuto da un’ispirazione autentica. Sono di questo periodo le rappresentazioni di Lenin e Federico il Grande. Unica eccezione in termini di creatività innovativa è Last Supper, in cui l’artista ragiona su come la grande arte religiosa del passato si potesse trasformare in kitsch culturale. "Warhol era divenuto una delle più importanti personalità del suo tempo."Il 20 febbraio 1987, Warhol fu ricoverato al New York Hospital per un intervento di routine alla cistifellea. Nonostante l’operazione fosse riuscita, le cure postoperatorie non furono adeguate e nelle prime ore della mattina di domenica 22 febbraio 1987 il pittore morì. Aveva appena 59 anni. Il suo corpo fu traslato a Pittsburgh e venne sepolto il 26 febbraio. Nel testamento nominò Fred Hughes suo esecutore. A lui lasciò 250 mila dollari e le stessa cifra fu ereditata da ciascuno dei suoi due fratelli. Il resto dei suoi beni, fra i 75 e i 100 milioni di dollari, fu devoluto alla istituzione della Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, oggi una delle più ricche organizzazioni benefiche negli Stati Uniti.
Negli ultimi anni di vita, Warhol era divenuto una delle più importanti personalità del suo tempo. Icona indiscussa del glamour newyorkese e della superficialità dei costumi contemporanei. Il suo periodo d’oro si concentra tra il 1961 e il 1966, successivamente non gli rimase molto da aggiungere e la sua produzione divenne stanca. Nel 1968 egli stesso si accorse di aver perso ogni stimolo creativo. Il nichilismo e la superficialità dei suoi ultimi anni sono l'estremo riflesso di questa consapevolezza. Warhol, a dispetto del suo cinismo e del suo non prendersi sul serio, non fu solo un artista pop; la sua arte non si limita infatti a ridicolizzare la società dei consumi e la cultura di massa. Warhol volle porci di fronte ad alcune verità, come la disumanità, lo sfruttamento, la banalità, la volgarizzazione e distruttività della cultura moderna. Egli voleva apparire come una macchina, apparentemente privo di profondità, caratterizzato da un vacuo intellettualismo e sospinto solo dal desiderio di essere famoso e di guadagnare molti soldi.
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Daniel BusoStorico dell'arte e direttore artistico di ARTIKA Archivi
Gennaio 2024
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